| L'ele_crazy_tamagotchi |
| | Various Monologues❝ C'era forse un altro motivo per cui fossi così attratto da te. Il mio ruolo era stabilito, definito, magnifico. La mia ideologia compatta, solida, coerente ed efficace per calcare i sentieri ancora inesplorati della vita, bussola per orientarsi nel cammino dell'esistenza, oracolo per capire chi sei e quale posto hai nel mondo. Ha saputo indicarmi cosa fare, chi essere, mi ha strappato dai malori dell'immobilità e della fatalità dandomi nuova linfa per cambiare veramente il mio tutto. Tu questo non lo capivi e ad essa ti opponevi, cercando tra l'altro di negarla con tesi poco approfondite e di circostanza. Non mi hai mai superato in quanto pensiero logico. D'altra parte tu, un'ideologia, non l'hai mai avuta. Hai sempre cavalcato la vita sulle stoffe di tappeti fluttuanti nel nulla, hai costruito una società basata su contraddizioni e paradossi, nella quale nemmeno tu sai articolarti e neppure ti importa di capirla fino in fondo, di comprenderne la finalità o il destino. Denunciavi le mie ingiustizie e i miei errori, nascondendo le tue ingiustizie e i tuoi errori dietro a lucenti sorrisi e lo sguardo supponente di chi governa il mondo senza sapere come sia fatto. Spesso gli imperatori hanno bisogno di funzionari che viaggino nelle zone più remote degli imperi a loro titolo e rendano conto di ciò che in essi vi accade. Ma i tuoi ambasciatori erano falsi e le fondamenta del tuo impero troppo consumate dai tarli perché valesse la pena di riferirne.
Eppure c'erano volte in cui non pensavo a te come ad un rivale artigliato ai confini dell'inimicizia. Nonostante la tua diversità, la tua incoscienza e la tua illogicità, quando mi abbandonavo accanto a te senza per ciò smettere di accarezzarti i fianchi, io mi sentivo a casa. Ed era un pensiero distruttivo, paradossale, una luce non compresa nel disegno della mia costellazione. Per quanto cercassi di darne spiegazione, nessun tipo di razionalità sapeva spiegare quella sensazione così drammaticamente profonda. Era normale e compiacente provarla mentre stavo facendo bene il mio lavoro, mentre approfondivo i miei studi, mentre donavo case ed istruzione alla mia gente... ma quale motivo c'era di sentirsi a casa quando ero con te?
Risulta forse più facile pensarci ora. Adesso posso voltarmi indietro, staccarmi, guardare come si è evoluto l'arazzo della mia vita... e forse capire che quella sensazione poteva fare da specchio alla inevitabilità del mio destino. Forse delineava già i contorni della metafora di un mio fatale errore. Così incoerente, imprevedibile e illogica è la vita, che il disegno chiaro e pulito di nessuna prospettiva può veramente rappresentarla, o esserne un similare riflesso. Così è per tutte le verità. Anch'esse manchevoli, irrazionali, prive di una consistente struttura... ecco il motivo per cui tanto ci sfuggono. ❞ ❝ Vedi Alfred, la verità è che tutto mi rende infelice. Mi rende scontento la politica. Non mi piace il mio boss attuale, arranco nel fingere che mi piaccia, ma ne ho paura e non so se esista da me qualcosa di meglio. Mi rende scontento l'infelicità della mia gente, che vive nel ricordo di quello che ero. Un ricordo che proprio tu hai dichiarato mostruoso e terribile e sotto questa forma l'hai trasmesso alle attuali generazioni. Tu, l'unica persona che io riesca ad amare, hai tramutato in oscuro un passato che, tra indubbie luci e ombre, era in grado di rendermi fiero. Guardami, adesso. Nei grandi congressi sono ammesso solo per le armi accatastate durante quel passato, ai tempi in cui la mia parola valeva davvero qualcosa, l'autorità religiosa è tornata più ferrea e intransigente di prima, l'autorità politica nasconde i panni sporchi, come una volta, celandosi dietro ad una maschera di finta democrazia. Eccomi, Alfred. La verità è che io sono sempre infelice. Non vedo più alcuna prospettiva in grado di darmi soddisfazione, o di farmi sentire vivo. Non so cosa dovrei fare, come dovrei reagire, a cosa dovrei dedicarmi. A volte mi viene in mente un vecchio italiano che diceva "Non al denaro, non all'amore, né al cielo". Che possa darmi qualche risposta? Chissà cosa voleva dire. ❞ CITAZIONE FIDDLER JONES
La terra emana una vibrazione là nel tuo cuore, e quello sei tu. E se la gente scopre che sai suonare, ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita. Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio? O un prato da attraversare per arrivare al fiume? Il vento è nel granturco; tu ti freghi le mani per i buoi ora pronti per il mercato; oppure senti il fruscio delle gonne. Come le ragazze quando ballano nel Boschetto. Per Cooney Potter una colonna di polvere o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità; Per me somigliavano a Sammy Testarossa che danzava al motivo di Toor-a-Loor. Come potevo coltivare i miei quaranta acri per non parlare di acquistarne altri, con una ridda di corni, fagotti e ottavini agitata nella mia testa da corvi e pettirossi e il cigolìo di un mulino a vento - solo questo? E io non iniziai mai ad arare in vita mia senza che qualcuno si fermasse per strada e mi portasse via per un ballo o un picnic. Finii con quaranta acri; finii con una viola rotta - e una risata spezzata, e mille ricordi, e nemmeno un rimpianto.
[Edgar Lee Masters] ❝ Se ci fosse dato di morire, ho pensato, a come saresti tu, e a come sarei io. L'eternità cambia le persone. Impossibile pensare di rimanere immutati in un arco così lungo, sempre alla vana ricerca di qualcosa che possa riempire l'infinito. Ho pensato a cosa saremmo stati se tu ed io non fossimo stati due Nazioni. Non sono ancora riuscito a dare una risposta per me, ma ho ritrovato qualcosa di tuo in questa poesia, di un autore a te compatriota e con un titolo con cui condividi anche il cognome. In realtà non so se è più un'intuizione o un desiderio. Ma di certo mi auguro che, se potessimo un giorno morire per poi rinascere come mortali, tu possa vivere una vita come questa. Ti verrebbe facile, vista la tua personalità. Goderesti della vita in ogni sua forma sacra e profana e la morte ti coglierebbe mentre con essa stai ancora giocando, con una risata sulle labbra. Sarebbe una vita lunga per un umano, ma breve per noi. Abbastanza lunga da imparare qualcosa, ma sufficientemente breve per non coltivare rimpianti. ❞
Non è tempo, questo, per civetterie e fatui incanti. Non illuderti di poter star bene indebitandoti di sorrisi e risate con la circostanza. Io l'ho fatto per secoli, e non è servito a nulla, se non ad impelagarmi con gli scambi di valuta. Tu, potrai sempre provare a chiamarmi, se lo vorrai, o quando riuscirai a smettere di tagliare i polsi della tua coscienza con le lame dell'indifferenza. O se non ti piacerà darmi alcun segnale, potrai sempre congiungere un filo sottile tra me e te: un capo retto dai tuoi occhi e l'altro dalle mie spalle. Sarebbe come fare un passo indietro, a quando un altro filo invisibile collegava le nostre anime con una promessa di eternità. Ma che possa essere la stessa cosa, è solo un'altra illusione, poiché il tuo filo sarebbe solo una flebile rimembranza di quello vecchio e ormai reciso. Fino a questo punto sono potenti le forbici delle Parche.
❝ La bestia dispiegò le ali sulla bambina. Ma non fu un'aggressione, fu un abbraccio. Forse l'unico di tutta la sua vita. ❞ ❝ E così a me, cresciuto troppo, troppo in fretta, troppo male, non rimane che poco di cui vantarmi. Non più un tuo pari, ti guarderò dal basso della mia implosione e forse non mi darai più alcuna importanza. Viaggerai su aerei straordinari e ospiterai rappresentanti di tutto il mondo, stringerai milioni di mani. E spero solo che tu, memore di ciò che il profitto non può darti, penserai a me, di tanto in tanto. ❞ Edited by L'ele_crazy_tamagotchi - 9/5/2013, 20:37
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