Roleplaying on FB, Ivan Zìmnievič Braginsky (Russia)

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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 15/8/2011, 23:39




Costruzione profilo in corso...

Ivan Zìm Braginsky
» Russia/Ivan from Axis Powers Hetalia.
Descrizione -in costruzione-
Ivan is a strange guy.
He always smile to people and listen to them, sometimes he gives wise advices, but he does not like being in crowded, noisy places, he does not like talking if not asked.
He hates talking about himself. Painful memories arise along with words and he does not want to suffer again.
He would stay forever in a quiet room with a big window and watch the world going on.
He has mainly problems in relating with others. He tried to create bounds but he has always failed because his behaviour fell uncontrollably into excesses.
Now he is insecure and fearful to hurt someone and to be left alone again.
About...
Ho grattato il suolo tra ghiacci e terra gelida fino a farmi sanguinare le dita.
Credevo non fosse possibile trovare qualcosa che potesse dare la vita nella mia terra.
Ma ecco che il sangue è sgorgato sul ghiaccio, ha sciolto il gelo del suolo, l’ha reso fertile.
E’ lì che ho coltivato il mio primo girasole. Il primo splendido parto della mia terra.
Io sono della stessa essenza.
Devi scavare, con cura, con costanza. Un cuore malato di dolore ha il terreno ancora più duro della tundra d’inverno.
Devi metterci qualcosa di tuo per poterlo rendere fertile.
La mia terra ha saputo offrire la bellezza di un fiore.
Io ancora non so che cosa ho in serbo.
Forse non lo saprò mai.
Solo un folle può scavare a mani nude nella terra dei ghiacci.
Other
-Italian roleplayer. Sorry, I just know Italian and English... a bad English XD-
-I love historical sets and angsty things, but I like roleplaying quite everything-
-I've got a peculiar concept of Ivan. Don't blabbling about OOCness, please-
-This Ivan DOES NOT rape anyone. (A scanso di equivoci, io NON stupro nessuno).-



.From Albums
--Something More, Something Less--

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Ci incontreremo qui.
In uno dei più inospitali e affascinanti luoghi del mondo.
Dove il giorno inizia e il giorno finisce.
Dove l'oggi incontra lo ieri.

Ci incontreremo qui.
Qui, dove la cartina si spezza;
e ciò che più è vicino, diventa infinitamente lontano.



-Ivan Zìmnievič Braginsky, Alfred Futterkiste Jones


Edited by L'ele_crazy_tamagotchi - 10/5/2012, 03:09
 
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#Fry
view post Posted on 19/8/2011, 17:03




La costruzione del profilo procede benerrimoH \o/ sono sempre più felice di averti ispirato per scrivere quella piccola bio, è bellissima *__*

IL MIO RAGAZZO E' UN FIGO!! (nd un Futterkiste arrandom : D)
 
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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 22/8/2011, 16:57




Grazie Fry, sia per i complimenti, sia per l'ispirazione *w*
Anche il mio non è male...*smirk* (Russiaca risposta di un russo)
 
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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 9/9/2011, 17:51




09/09/11 On the dashboard.

‎"I miei
timidi versi
non potranno mai
eguagliare
la grandezza
dei tuoi.
Ma se è corretto dire che
le parole
rendano le cose
più vere,
tanto che
dell'ineffabile
si mette in dubbio
l'esistenza,
allora io qui
sottoscrivo
che ti ho amato,
sfortunato poeta.

Immenso è il dolore che le nazioni possono e debbono sopportare.
Ma di fronte alla tua morte ho desiderato
essere mortale.
Meno doloroso sarebbe stato morire infinite volte.
Malgrado non esista nessun dio
disposto ad aprire le porte del suo cielo a noi."


‎*'Terribile'.
Pensò, rosicchiando con pacata noncuranza l'estremità della matita.
Patetica, addirittura.
Forse perché troppo sincera.
Un giorno il suo cuore avrebbe smesso di schiantarsi a terra, al di fuori del petto.
Quel giorno il dolore sarebbe finito.
Avrebbe potuto dimenticare.

E scrivere belle poesie.*

 
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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 13/9/2011, 13:17




--Dai diari di una Wasteland

Ho parlato con il signor Skrjabin. Nessuno in realtà lo chiama più in quel modo.
Mi ha detto che il patto con i tedeschi sarebbe andato a buon fine e che non c'era bisogno che anch'io fossi presente.
Sono tornato nella mia stanza e ho sfogliato di nuovo il libro che mi aveva regalato Francia: una raccolta di favole di La Fontaine.
Jean riscriveva le favole di Esopo in modo che parlassero velatamente del suo tempo, trasformando quei racconti in metafore di schiavi e padroni, oppressi e oppressori dal potere assoluto.
Se fosse esistito un uomo che si fosse fatto carico di liberare gli oppressi; ma fosse diventato a suo volta oppressore,
che favole avrebbe narrato La Fontaine?

23 agosto, 1939

 
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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 15/11/2011, 13:40




10/10 On the dashboard

Ho provato a strappare una foto.
È stato più facile di quanto pensassi. La carta non incontrava resistenza mano a mano che le dita la tiravano in direzioni opposte, dividendo le nostre figure; come se il sentiero di quella rottura fosse già stato tracciato.
Le ho strappate tutte.
Vicino a me le fiamme e le scintille nel camino facevano giochi da trapezista, parabole di aeroplani, sensuali movimenti di donna.
So che avrei dovuto, ma quello no, non sono riuscito a farlo.
Ho guardato i resti delle fotografie,
e li ho raccolti.
Ora giacciono sulla scrivania.
 
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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 10/5/2012, 02:09




-Untitled On note

Questa mattina mi sono chinato sulle tue palpebre chiuse.
Il pulviscolo dorato dalle prime luci dell'alba danzava al ritmo del tuo respiro.
Il sonno aveva dipinto la pace sul tuo viso.
Nella mia mente ho chiamato il tuo nome, Alfred. Non ho infranto il silenzio con le parole, non volevo destarti. Eri così bello che non ho potuto. Ti ho osservato nella tua quiete, adagiato sul letto, ho scolpito nella mia memoria tutte le linee della tua pelle, tutte le pieghe delle lenzuola sul tuo corpo nudo, leggere come carezze.
Eri sdraiato accanto a me, immobile nel riposo dopo l'amore. Il tuo calore ha sciolto il ghiaccio della mia anima e questo non lo dimenticherò mai,
Alfred.
Ma ancora poche ore e tutto questo potrebbe finire.
Sono stato nelle piazze, tra la folla ma nel gruppo sbagliato, quello di protesta. Per me hanno ragione e lui sa che è questo quello che penso.
Ancora poche ore, e si riempiranno di nuovo le urne. Vincerà. Poco importa degli zittiti, degli arrestati.
Continuano ad esserci tanti gravi problemi nel mio Paese, Alfred. Non te l'ho mai detto perché saresti subito intervenuto e sarebbe stato peggio. Con Medvedev le cose sembravano migliorate, o comunque è ciò che volevo credere io; almeno, mi permetteva di vederti. Ma era una marionetta e il marionettista è sempre stato lui.
Tu lo sai, Alfred, lui ti odia. E lui sa che io sostengo quelli che manifestano contro. Mi punirà per questo.
Un po' ne ho paura. Anzi, molta.
Ho paura perché sono stanco. Stanco di vedere risuccedere tutto. Nell'aria c'è il sapore di un doloroso dejà-vu.
La Storia è un circolo, e tutto torna a ripetersi, in un modo o nell'altro.
Per questo è così difficile vivere per sempre.
È facile che accada il già visto; potrei essere punito in un modo che già conosco, ricevere un ordine già sentito. So perfettamente quale potrebbe essere. Ed io, io non so se potrò disubbidire. Spesso non ne sono stato in grado. Non ho mai preteso di essere più forte di te, in questo.
Potrebbe chiedermi di non rivederti più. È la punizione che temo più di ogni altra.
Sarei costretto a lasciarti di nuovo.
Tu di nuovo non capiresti il perché lo faccia ed io dovrei mentirti, così come dovrei mentire a me stesso.
Una bugia detta abbastanza spesso diventa la verità.
Potrei convincermi sul serio di non amarti più, di odiarti soltanto. Già l'ho fatto, eppure non sarebbe vero. Ma la verità, io non sono nemmeno riuscito a dirtela.
È sempre stato strano per me pronunciare quelle parole che spesso mi hai rivolto. Tutte le volte che l'ho fatto, ho avuto di che pentirmi. Le dissi a Francia, e pochi anni dopo egli mi attaccò; io bruciai Mosca pur di non fargliela avere. Le dissi a Majakovskij, sapendo di non poter mai essere corrisposto; ma non potevo sapere che la sua fine sarebbe stata così vicina e così terribile.
Ho deciso allora di non pronunciare più quelle parole. Chiamala superstizione, chiamala come vuoi tu, ma le ho sempre tenute a freno con te, per tutti questi anni, per paura di perderti poco dopo avertele dette.
E ora?
Ora non so cosa fare, Alfred.
Potrei perderti, così come potrebbe non succedere. Se ti dicessi a chiare lettere quello che provo per te, sono sicuro che avverrebbe il distacco. Ma se stessi zitto come ho sempre fatto e ti dovessi ugualmente perdere, lo farei con il rimpianto di non averti mai detto l'unica verità che davvero importa. Potrei iniziare a riempirti di menzogne, convincerti e convincermi che siano vere, e tu potrai cominciare ad odiarmi, senza tenere il ricordo di quelle parole pronunciate dalla mia voce.
Alfred, io... non voglio svegliarti e parlarti di queste cose ad alta voce. So che non ci riuscirei. Ma ti prego, voglio dirti, in un modo o nell'altro, che se dovesse accadere il peggio, qualsiasi cosa ti dirò non sarà vera. Sarà solo una bugia detta sotto l'ordine di qualcun altro. Potrò sembrarne convinto, potrò bruciare tutte le tue speranze di ricongiunzione, potrò agire come se non ti sopportassi, ma Alfred, non sarà quella, la verità.

Questa mattina mi sono chinato sulle tue palpebre chiuse.
Il pulviscolo dorato dalle prime luci dell'alba danzava al ritmo del tuo respiro.
Il sonno aveva dipinto la pace sul tuo viso.
E al tuo sonno ho sussurrato la verità:

"Ti amo."
 
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L'ele_crazy_tamagotchi
view post Posted on 20/10/2012, 16:09




Various Monologues

❝ C'era forse un altro motivo per cui fossi così attratto da te.
Il mio ruolo era stabilito, definito, magnifico.
La mia ideologia compatta, solida, coerente ed efficace per calcare i sentieri ancora inesplorati della vita, bussola per orientarsi nel cammino dell'esistenza, oracolo per capire chi sei e quale posto hai nel mondo.
Ha saputo indicarmi cosa fare, chi essere, mi ha strappato dai malori dell'immobilità e della fatalità dandomi nuova linfa per cambiare veramente il mio tutto.
Tu questo non lo capivi e ad essa ti opponevi, cercando tra l'altro di negarla con tesi poco approfondite e di circostanza. Non mi hai mai superato in quanto pensiero logico. D'altra parte tu, un'ideologia, non l'hai mai avuta.
Hai sempre cavalcato la vita sulle stoffe di tappeti fluttuanti nel nulla, hai costruito una società basata su contraddizioni e paradossi, nella quale nemmeno tu sai articolarti e neppure ti importa di capirla fino in fondo, di comprenderne la finalità o il destino.
Denunciavi le mie ingiustizie e i miei errori, nascondendo le tue ingiustizie e i tuoi errori dietro a lucenti sorrisi e lo sguardo supponente di chi governa il mondo senza sapere come sia fatto.
Spesso gli imperatori hanno bisogno di funzionari che viaggino nelle zone più remote degli imperi a loro titolo e rendano conto di ciò che in essi vi accade. Ma i tuoi ambasciatori erano falsi e le fondamenta del tuo impero troppo consumate dai tarli perché valesse la pena di riferirne.

Eppure c'erano volte in cui non pensavo a te come ad un rivale artigliato ai confini dell'inimicizia.
Nonostante la tua diversità, la tua incoscienza e la tua illogicità, quando mi abbandonavo accanto a te senza per ciò smettere di accarezzarti i fianchi, io mi sentivo a casa.
Ed era un pensiero distruttivo, paradossale, una luce non compresa nel disegno della mia costellazione. Per quanto cercassi di darne spiegazione, nessun tipo di razionalità sapeva spiegare quella sensazione così drammaticamente profonda.
Era normale e compiacente provarla mentre stavo facendo bene il mio lavoro, mentre approfondivo i miei studi, mentre donavo case ed istruzione alla mia gente... ma quale motivo c'era di sentirsi a casa quando ero con te?

Risulta forse più facile pensarci ora. Adesso posso voltarmi indietro, staccarmi, guardare come si è evoluto l'arazzo della mia vita... e forse capire che quella sensazione poteva fare da specchio alla inevitabilità del mio destino.
Forse delineava già i contorni della metafora di un mio fatale errore. Così incoerente, imprevedibile e illogica è la vita, che il disegno chiaro e pulito di nessuna prospettiva può veramente rappresentarla, o esserne un similare riflesso.
Così è per tutte le verità. Anch'esse manchevoli, irrazionali, prive di una consistente struttura...
ecco il motivo per cui tanto ci sfuggono. ❞


❝ Vedi Alfred, la verità è che tutto mi rende infelice.
Mi rende scontento la politica. Non mi piace il mio boss attuale, arranco nel fingere che mi piaccia, ma ne ho paura e non so se esista da me qualcosa di meglio.
Mi rende scontento l'infelicità della mia gente, che vive nel ricordo di quello che ero. Un ricordo che proprio tu hai dichiarato mostruoso e terribile e sotto questa forma l'hai trasmesso alle attuali generazioni.
Tu, l'unica persona che io riesca ad amare, hai tramutato in oscuro un passato che, tra indubbie luci e ombre, era in grado di rendermi fiero.
Guardami, adesso. Nei grandi congressi sono ammesso solo per le armi accatastate durante quel passato, ai tempi in cui la mia parola valeva davvero qualcosa, l'autorità religiosa è tornata più ferrea e intransigente di prima, l'autorità politica nasconde i panni sporchi, come una volta, celandosi dietro ad una maschera di finta democrazia.
Eccomi, Alfred. La verità è che io sono sempre infelice.
Non vedo più alcuna prospettiva in grado di darmi soddisfazione, o di farmi sentire vivo.
Non so cosa dovrei fare, come dovrei reagire, a cosa dovrei dedicarmi.
A volte mi viene in mente un vecchio italiano che diceva "Non al denaro, non all'amore, né al cielo". Che possa darmi qualche risposta?
Chissà cosa voleva dire. ❞


CITAZIONE
FIDDLER JONES

La terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei tu.
E se la gente scopre che sai suonare,
ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita.
Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?
O un prato da attraversare per arrivare al fiume?
Il vento è nel granturco; tu ti freghi le mani
per i buoi ora pronti per il mercato;
oppure senti il fruscio delle gonne.
Come le ragazze quando ballano nel Boschetto.
Per Cooney Potter una colonna di polvere
o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità;
Per me somigliavano a Sammy Testarossa
che danzava al motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare i miei quaranta acri
per non parlare di acquistarne altri,
con una ridda di corni, fagotti e ottavini
agitata nella mia testa da corvi e pettirossi
e il cigolìo di un mulino a vento - solo questo?
E io non iniziai mai ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per strada
e mi portasse via per un ballo o un picnic.
Finii con quaranta acri;
finii con una viola rotta -
e una risata spezzata, e mille ricordi,
e nemmeno un rimpianto.

[Edgar Lee Masters]

❝ Se ci fosse dato di morire, ho pensato, a come saresti tu, e a come sarei io. L'eternità cambia le persone. Impossibile pensare di rimanere immutati in un arco così lungo, sempre alla vana ricerca di qualcosa che possa riempire l'infinito.
Ho pensato a cosa saremmo stati se tu ed io non fossimo stati due Nazioni. Non sono ancora riuscito a dare una risposta per me, ma ho ritrovato qualcosa di tuo in questa poesia, di un autore a te compatriota e con un titolo con cui condividi anche il cognome.
In realtà non so se è più un'intuizione o un desiderio. Ma di certo mi auguro che, se potessimo un giorno morire per poi rinascere come mortali, tu possa vivere una vita come questa. Ti verrebbe facile, vista la tua personalità. Goderesti della vita in ogni sua forma sacra e profana e la morte ti coglierebbe mentre con essa stai ancora giocando, con una risata sulle labbra. Sarebbe una vita lunga per un umano, ma breve per noi. Abbastanza lunga da imparare qualcosa, ma sufficientemente breve per non coltivare rimpianti. ❞


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Non è tempo, questo, per civetterie e fatui incanti.
Non illuderti di poter star bene indebitandoti di sorrisi e risate con la circostanza. Io l'ho fatto per secoli, e non è servito a nulla, se non ad impelagarmi con gli scambi di valuta.
Tu, potrai sempre provare a chiamarmi, se lo vorrai, o quando riuscirai a smettere di tagliare i polsi della tua coscienza con le lame dell'indifferenza.
O se non ti piacerà darmi alcun segnale, potrai sempre congiungere un filo sottile tra me e te: un capo retto dai tuoi occhi e l'altro dalle mie spalle. Sarebbe come fare un passo indietro, a quando un altro filo invisibile collegava le nostre anime con una promessa di eternità. Ma che possa essere la stessa cosa, è solo un'altra illusione, poiché il tuo filo sarebbe solo una flebile rimembranza di quello vecchio e ormai reciso.
Fino a questo punto sono potenti le forbici delle Parche.



❝ La bestia dispiegò le ali sulla bambina.
Ma non fu un'aggressione, fu un abbraccio.
Forse l'unico di tutta la sua vita. ❞

❝ E così a me, cresciuto troppo, troppo in fretta, troppo male, non rimane che poco di cui vantarmi.
Non più un tuo pari, ti guarderò dal basso della mia implosione e forse non mi darai più alcuna importanza.
Viaggerai su aerei straordinari e ospiterai rappresentanti di tutto il mondo, stringerai milioni di mani.
E spero solo che tu, memore di ciò che il profitto non può darti, penserai a me, di tanto in tanto. ❞

Edited by L'ele_crazy_tamagotchi - 9/5/2013, 20:37
 
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